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Vigneti a regola d’arte

Le opere d’arte invadono alcune delle cantine più prestigiose d’Italia. Da Nord a Sud un viaggio esclusivo alla scoperta di nuove forme di mecenatismo in equilibrio tra storia, imprenditoria illuminata e arte contemporanea…

Castello-CastelGiocondo

 

Il legame tra le grandi famiglie produttrici di vino e la storia dell’arte ha origini antiche. Per comprenderlo bisogna risalire alla metà del 1400, quando Stoldo Frescobaldi di Lamberto decise di commissionare a Filippo Brunelleschi la Basilica di Santo Spirito a Firenze, donando alla città il terreno su cui ancora oggi sorge la chiesa che domina l’omonima piazza. Da quel momento in poi, il rapporto tra la famiglia Frescobaldi e gli artisti è stato caratterizzato da seicento anni di committenze illustri che hanno coinvolto, tra le tante, personalità del calibro di Donatello e Lorenzo Lippi.

Andrew Dadson

Una storia ininterrotta di mecenatismo che arriva fino ai giorni nostri e si sublima in “Artisti per Frescobaldi”, un progetto a cura di Ludovico Pratesi che si sviluppa nell’incantevole cornice della tenuta vinicola di Castel Giocondo, celebre per aver avviato la produzione del Brunello di Montalcino agli inizi del XIX secolo. Nato nel 2012 come premio a sostegno della giovane arte contemporanea italiana ed internazionale, Artisti per Frescobaldi ha rivoluzionato nel 2023 la sua essenza dando vita ad una forma di committenza decisamente più radicata nel territorio. Il nuovo corso è sancito dalla scelta di due artisti toscani, Daniela De Lorenzo e Massimo Bertolini che, al culmine di una residenza artistica durata alcuni mesi, hanno realizzato due opere permanenti “site-specific” in profonda sintonia con il paesaggio che le circonda. Si intitola Sogno Sottile l’opera di Daniela De Lorenzo che si scompone in tre differenti sculture in bronzo dorato collocate sulle antiche mura di contenimento della tenuta. Tre figure sinuose, dalle sembianze umane, che si affacciano sui filari e, attraverso i loro gesti semplici ed essenziali, evocano le fasi principali della creazione del vino – dalla fermentazione alla trasformazione del mosto sino alla maturazione – a voler sottolineare il rapporto armonioso tra l’essere umano, il paesaggio e la natura.

Punta, invece, sull’effetto sorpresa l’opera di Massimo Bartolini che, dopo aver individuato tra i campi di CastelGiocondo, l’esatta direzione del mare sceglie di collocare la sua scultura, Rosa Sirena, su un quadrivio che divide due vigneti differenti. L’opera raffigura inaspettatamente una polena navale, una figura femminile a carattere mitologico che era legata alla prua degli antichi velieri come dimostrazione della ricchezza del proprietario. Realizzata in rovere, il legno utilizzato per le botti di invecchiamento, la polena, che per sua natura fende il vento e guarda in lontananza verso l’orizzonte, diventa metafora di resilienza e di capacità di protrarsi verso il futuro. A latere delle due sculture, Bartolini e De Lorenzo hanno ideato un’inedita etichetta che trasforma 111 bottiglie di Brunello di Montalcino (2018) in esclusive opere d’arte in edizione limitata e numerata.

Il lavoro ha diversi volti” è la scritta al neon lunga quasi sei metri che campeggia sulla facciata del Castello di Borgonato, un piccolo gioiello architettonico risalente al Medioevo. Realizzata da Valerio Rocco Orlando, l’opera si inserisce all’interno del progetto più ampio Vite operose, curato da Caroline Corbetta e promosso da Academia Berlucchi, nato con l’intento di valorizzare il territorio della Franciacorta e le persone che vi operano in una prospettiva di sostenibilità umana e ambientale. La scultura, che indaga la relazione tra uomo e lavoro, si illumina al tramonto, quando idealmente si conclude il turno finale, inserendosi con naturalezza nel panorama circostante. L’opera è stata realizzata a mano in edizione unica proprio per riprodurre la grafia umana con un evidente richiamo alla cura manuale tipica della coltivazione della vite. Un progetto community-based fortemente radicato nel territorio, che nasce dal coinvolgimento di tre comunità della Franciacorta e delle città di Bergamo e Brescia, le due città Capitale della Cultura italiana 2023, attraverso una serie di attività laboratoriali che restituiranno alle realtà coinvolte altrettante opere d’arte. Del resto, la comunità ha un valore sacrale in un mondo come quello del vino, la cui produzione ha radici profonde nella storia e nella cultura locali, con conoscenze e tecniche di coltivazione e vinificazione tramandate di generazione in generazione. Il vino è un catalizzatore per la formazione di comunità e condivisione di esperienze, così come l’arte contemporanea è un elemento stimolatore di sviluppo collettivo. A fare da ponte tra i due mondi, il dialogo costante ed inedito tra l’artista e la popolazione del luogo che dà vita ad opere originali indissolubilmente legate alla specificità di questa terra. Manualità, collettività, ricerca sono i punti cardine su cui ruota l’intera proposta artistica di Valerio Rocco Orlando nell’intento di restituire il senso di comunità e l’operosità che unisce e definisce il patrimonio paesaggistico e umano che ha forgiato l’identità di una delle regioni vitivinicole più conosciute d’Europa.

Gian Maria Tosatti Cattività-Installazione

 

Dare un volto contemporaneo all’anima storica della viticoltura irpina utilizzando l’architettura, il design, l’arte è stata la grande scommessa portata avanti, negli ultimi venti anni, dalla famiglia Capaldo all’interno della tenuta dei Feudi di San Gregorio a Sorbo Serpico, in provincia di Avellino. Il legame con l’arte è stato evidente fin dalla progettazione della avveniristica cantina disegnata nel 2004 dall’architetto giapponese Hikaru Mori con la predisposizione di uno spazio adibito a galleria d’arte per esporre parte della collezione. L’obiettivo era coniugare spazi adeguati ad una vinificazione di eccellenza e, al tempo stesso, dar vita ad un luogo – aperto anche all’ospitalità, con il ristorante Marennà e le camere per gli ospiti – che fungesse da fucina di una forma di mecenatismo che ha nella promozione della creatività e del talento del territorio la sua ragione d’essere. Vedovamazzei, Mimmo Jodice, Marinella Senatore sono il nucleo fondante di una collezione che ha puntato, all’origine, sui più promettenti artisti contemporanei campani per poi aprirsi all’Italia, nel 2022, con la scelta del romano Pietro Ruffo e, infine, virare verso un profilo decisamente più internazionale, nel 2023, con la scelta del duo di artisti californiani Fallen Fruit (David Allen Burns e Austin Young) che ha realizzato una gigantesca opera outdoor, rivestendo gli esterni della nuova foresteria dell’azienda, con un enorme murales dalle tonalità fluo. L’opera si chiama “A Portrait of Dionysus” ed è un’istallazione site-specific permanente volutamente visibile anche dalla strada in modo che, proprio come un’opera d’arte pubblica, possa essere fruibile da tutti anche al di là della tenuta.

 

 

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