GENOVA, L’ ANTICA SUPERBA DALL’ANIMO MEDIEVALE

Riposizionare Genova sul mercato culturale e turistico in un’ottica più aperta è la sfida del momento.
Viaggio nel Medioevo
La città della Lanterna, da città post-industriale, trova nuove chiavi di lettura per districare il suo immenso patrimonio artistico, archeologico e le sue perle UNESCO.
Come? La città ha appena puntato i riflettori sulla sua anima medievale, in particolare.
Genova contava numerose torri (oggi scomparse) come quelle di Porta Soprana per citare un esempio, o palazzi già nel 500-600 – edifici che in realtà sono stati rimaneggiati nei secoli – e che trovano spesso nel loro impianto o conformazione un’origine medievale tra l’architettura attuale.
Con il progetto Janua così, si è compiuto un percorso costellato da una serie di mostre, incontri, conferenze, presentazioni di opere e anche di antichi manoscritti.
Genova in una nuova luce
Dopo un anno di iniziative culturali per evitare il turismo “mordi e fuggi”, spesso limitato dalle mura della Ripa Maris, l’obiettivo ora è infatti andare oltre, scoprire i vicoli, le botteghe storiche, il centro più antico oggi recuperato, tra strade e dimore ormai degnamente riconosciute (“Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi del Rolli” oggi Patrimonio dell’Umanità).
Parliamo di un circuito del resto di altissimo valore storico, firmato nei secoli da famiglie di mercanti – Doria, Spinola, Fieschi, Grimaldi tra le altre – che hanno fatto la fortuna della città e che ne sigla proprio dal Medioevo fino a dopo la scoperta d’America un ruolo cardine nel Mediterraneo.
Recupero e valorizzazione
Così, tra i progetti di riqualificazione più recenti, c’è stata la riapertura del Museo di San Agostino, una chiesa sconsacrata medievale in pieno centro, in piazza Sarzano, oggi convertita a museo della città.
Qui si trova una stratificazione di opere che testimoniano la storia del centro portuale, dall’età romana in avanti: pezzo forte è l’Elevatio Animae di Margherita di Brabante, opera di Giovanni Pisano, ma nel complesso conventuale il cui chiostro ha la forma inusualmente triangolare, si viaggia tra alcuni capolavori legati al territorio e non solo.
In corso ci sono importanti lavori di restauro, almeno fino al 2026-27, anche per rendere accessibile lo stesso antico campanile.
Un nuovo progetto
E a margine del museo civico più grande della città, c’è anche un nuovo spazio, inaugurato anch’esso per la prima volta ed aperto al pubblico. Si tratta dei depositi di San Agostino.
È un inedito “dietro le quinte” del museo omonimo, ovvero il deposito lapideo del Museo di Sant’Agostino, l’archivio di opere che giacciono in attesa di un recupero completo, sotto la custodia del curatore ma, al tempo stesso, già accessibili al viaggiatore come al genovese.
A seguito di ritrovamenti occasionali e di recuperi tra sotterranei dimenticati nelle numerose anse dei quartieri della città, queste opere hanno ora un luogo per essere raccolte e non dimenticate.
Un progetto per studiarne l’origine e la provenienza dove si è puntato, a differenza di altri casi, di mantenerne legato il valore anche attraverso l’attenzione locale ed il contatto diretto.